Indicazioni per guidare i più piccoli nell’organizzazione dello studio

In queste settimane segnate da tante restrizioni e cambiamenti, la sospensione dell’attività didattica nelle scuole è probabilmente tra le misure che sta mettendo più a dura prova tantissimi genitori, chiamati a districarsi tra compiti a casa e gestione dell’emergenza.

Esercizi di matematica, testi da leggere, disegni da realizzare e scadenze per mandare il tutto, accompagnati da frasi come “non ho voglia di fare i compiti, li faccio più tardi” stanno infatti provando numerose famiglie.

Tra le tante difficoltà riportate da mamme e papà (soprattutto nella fascia di età tra i 7 e gli 11 anni), ci sono un’assegnazione talvolta eccessiva di compiti, tendenza a procrastinare da parte dei figli, sessioni di studio infinite segnate da interruzioni e distrazioni e la non accettazione di indicazioni da parte dell’adulto. Tutto questo genera in loro frustrazione e senso di impotenza.

Per fronteggiare questa situazione, molti si rivolgono a professionisti alla ricerca di utili strategie per aiutare i figli nell’organizzazione e gestione dei compiti promuovendone l’autonomia, senza sostituirsi a loro o ai docenti.

Ecco allora utili indicazioni, alcune specifiche per i più piccoli:

  • Spiegare l’importanza di fare i compiti: non per fare contenta l’insegnante ma per ripassare quanto fatto fino a questo momento, tenendo in allenamento il cervello così da essere pronti per ripartire quando sarà il momento. Questa fase deve quindi costituire un’occasione per fermarsi e potenziare abilità e conoscenze acquisite. Tenendo in considerazione questa finalità e soprattutto la particolare situazione, è bene che i compiti assegnati non siano eccessivi;
  • Definire una solida routine che preveda anche l’ora dei compiti: nella nuova organizzazione della giornata è importante definire insieme un orario specifico della giornata da dedicare allo studio. L’ideale sarebbe farlo la mattina, così da mantenere una continuità con il passato ma soprattutto per consentire al bambino di avere il pomeriggio libero per dedicarsi ad altre attività;
  • Individuare uno spazio fisico adeguato: fare i compiti in cucina con la TV accesa, mentre il fratello fa una videochiamata e la mamma passa l’aspirapolvere certamente non favorisce la concentrazione. Lo spazio deve essere ben illuminato, privo di distrazioni e soprattutto silenzioso (niente TV, musica o chiamate).

É importante inoltre assicurarsi che il bambino abbia preparato tutto il materiale necessario, così da evitare continue interruzioni per prendere un libro o cercare una gomma;

  • Creare insieme un piano giornaliero: “è l’ora di fare i compiti” può essere una frase troppo generica e scoraggiante. É utile quindi creare un piano dettagliato delle attività didattiche per ogni giorno, precisando materie e numero di esercizi…ovviamente con moderazione!
  • Assicurasi che abbia compreso la consegna e che sappia come svolgere quella determinata attività. Chiedere di spiegare cosa deve fare può permettere di valutare il livello di comprensione. Qualora il bambino dimostri di non aver capito le indicazioni, è necessario guidarlo nella comprensione senza però sostituirsi a lui;
  • Utilizzare supporti visivi e prevedere pause: nell’organizzazione del piano giornaliero può risultare utile creare delle agende e dei supporti visivi che aiutino il bambino a visualizzare concretamente cosa deve fare, spezzettando, se necessario, le varie attività. Nel farlo non dimenticare di inserire le pause per permettergli di “ricaricare le batterie”;
  • Dotarsi di orologi e timer per monitorare il tempo: soprattutto se i bambini impiegano un’eternità a portare a compimento un esercizio, visualizzare lo scorrere del tempo può aiutarli a monitorare e gestire al meglio quello a disposizione, limitando la tendenza a procrastinare;
  • Prevedere rinforzi, ovvero delle ricompense alle quali possono accedere al termine dell’attività. Se ad esempio il bambino chiede di poter giocare alla playstation, definire insieme che potrà farlo non appena avrà portato a compimento i compiti. Il rinforzo definito può anche essere inserito nell’agenda visiva creata così da motivarlo maggiormente.

É fondamentale inoltre aiutarlo a visualizzare come si sentirà una volta conclusa l’attività di studio con frasi tipo: “pensa come sarai più sereno e tranquillo quando li avrai terminati e potrai dedicarti ad attività più piacevoli”;

  • Sperimentare modalità giocose e divertenti affinchè sia l’adulto che il bambino possano affrontare con maggiore serenità anche il momento dei compiti, senza farsi sopraffare da sentimenti si ansia o rifiuto.

Infine un ultimo accorgimento, il più importante.

La scuola, quella vera, non è fatta solo di compiti da assegnare e verifiche da fare, ma è fatta di relazioni, vicinanza e scambio. E allora è questo il “compito” che famiglie e docenti sono chiamati ad assolvere poiché, nonostante la chiusura delle scuole, bambini e ragazzi hanno ancora il diritto ad uno spazio di ascolto, apprendimento e crescita. E questo spazio, ora più che mai, è la casa.

Dott.ssa Laura Corrias

Pedagogista

Dott.ssa Laura Corrias

Dott.ssa Laura Corrias

Pedagogista specializzata in Consulenza Pedagogica e Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)

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